Allenarsi, Motivazione, Storie

Quando lo sport sradica finte convinzioni!

Questa è la storia di Gloria, una giovane ragazza di appena 16 anni che si trova nel bel mezzo della bufera adolescenziale.

È arrivato per lei il momento della vita in cui si inizia a dare priorità all’estetica, si cominciano a osservare i difetti piuttosto che i pregi, il corpo si evolve, così come anche i pensieri cambiano e si percepiscono i primi disagi dell’accettazione di se stessi davanti al mondo.

Gloria è una ragazza molto intelligente. Nonostante le sue fragilità, sa quanto vale e forse ha solo bisogno di qualcuno che la aiuti a credere di più in se stessa.

Ed è proprio qui che le nostre strade si sono incrociate.

Era un giorno lavorativo come tanti, ero pronta per cominciare la lezione e proprio lì in prima fila notai 3 volti nuovi: tre giovani ragazze venute a provare una mia nuova tipologia d’allenamento. I loro sorrisi dimostravano chiaramente il forte entusiasmo di cominciare questa nuova attività insieme.

La lezione serale iniziava e tutto procedeva per il meglio fino a che, soli 10 minuti dopo, notai qualcosa di strano… In particolare, la mia attenzione venne carpita dallo sguardo di una delle tre adolescenti, uno sguardo che spesso spariva nel vuoto, assente, poi ritornava e poi ancora svaniva, a intermittenza.

Ho capito sin da subito che c’era qualcosa che non andava, e il mio impegno è stato massimo affinché tutto potesse procedere nel migliore dei modi. Ho variato la lezione in modo tale da renderla apprezzabile da tutte le allieve e allo stesso tempo adeguata alla nuova ragazza che in quel momento era sì in difficoltà, ma tenace nel voler terminare l’allenamento.

Al primo momento utile mi sono avvicinata a lei e, con molta discrezione, le ho chiesto se avesse pranzato. Con gli occhi spalancati e colmi di lacrime la sua risposta è stata: … solo un centrifugato…

Ho percepito immediatamente di aver toccato un tasto dolente e il mio unico pensiero è stato di rasserenarla, rassicurarla, accogliere il disagio e aiutarla a stimarsi un po’ di più.

Le ho sorriso e con dolcezza le ho accennato: Tu lo sai che le belle ragazze come te per allenarsi hanno bisogno di energia? E che saltando il pranzo si divertono di meno a lezione perchè hanno meno forza? E se non abbiamo forza, come facciamo a stare bene?

Le mie parole in quel momento erano state come delle frecce scoccate dritte a bersaglio.

Così ha cominciato a sorridermi per tutta la lezione!

Avevo colpito nel segno, avevo guadagnato la sua fiducia, soprattutto ero riuscita a strapparle dei sorrisi che apparivano come dei raggi di luce che “sgomitavano” in mezzo alle nuvole.

La lezione giunse al termine, le luci della sala erano spente, le allieve erano andate via quasi tutte e mentre ero intenta a riporre la mia roba nello zaino, sento una voce chiamarmi: era Gloria, mi corre incontro e mi abbraccia!

Abbiamo trascorso più di un’ora a dialogare e riflettere su ciò che fa bene e ciò che fa meno bene, su come affrontare le problematiche, e su come accrescere la nostra autostima attraverso semplici gesti.

Dopo quel giorno, Gloria non ha perso neanche una lezione, ci sentivamo spesso per monitorare che tutto andasse per il verso giusto.

Le sue parole tuttora sono scolpite nella mia mente…

…sì, perché al termine di quella lezione mi ha parlato con il cuore in mano dicendomi: Grazie!… perchè mi hai messa a mio agio in una maniera disarmante!

Grazie perchè ti conosco da adesso, ma in pochi attimi mi hai regalato il sorriso!

Dietro questa sua reazione si celavano molte insicurezze che da quel momento siamo riuscite insieme a smantellare recuperando passo dopo passo la gioia, la serenità, la leggerezza ma soprattutto la curva più bella che una ragazza possa mostrare:il sorriso!

Roberta Grendene

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